Con l’approvazione della nuova legge nazionale sull’IA, l’Italia adotta un quadro normativo coerente con l’AI Act europeo. Governance, investimenti e principi etici guideranno l’innovazione in ambiti chiave come sanità, PA e cybersicurezza.

Il 18 settembre 2025 il Senato italiano ha approvato in via definitiva la prima legge nazionale sull’Intelligenza Artificiale.
L’Italia diventa così il primo Paese dell’Unione Europea ad adottare un quadro normativo organico e allineato all’AI Act europeo (Regolamento UE 2024/1689), che entrerà in vigore nei Paesi membri nel 2026.
La norma italiana si fonda su un impianto giuridico che integra sviluppo tecnologico, tutela dei diritti fondamentali e promozione della competitività, con una visione coerente ai valori costituzionali.

I principi della legge: trasparenza, sicurezza e centralità umana

Tra i pilastri principali della legge italiana troviamo:

  • uso antropocentrico e trasparente dell’IA;

  • tutela della privacy e dei dati personali;

  • accessibilità, inclusività e tracciabilità;

  • responsabilità umana e decisione finale sempre in capo a una persona fisica.

La legge si applica a diversi ambiti strategici: sanità, pubblica amministrazione, giustizia, lavoro, scuola e sport.
In ciascuno di questi settori, l’IA dovrà supportare – e non sostituire – l’intervento umano, favorendo innovazione, efficienza e inclusione.

Governance nazionale: ACN e AgID le autorità competenti

La governance del sistema IA in Italia viene affidata a due istituzioni cardine:

È inoltre istituito un Comitato di coordinamento che guiderà le attività degli enti e organismi attivi nell’innovazione digitale, coordinato dalla Presidenza del Consiglio.
La Strategia Nazionale per l’IA sarà aggiornata ogni due anni dal Dipartimento per la trasformazione digitale.

Un miliardo di euro per startup e PMI

La legge introduce un programma di investimenti da 1 miliardo di euro destinato a:

  • Startup e PMI attive nei settori dell’Intelligenza Artificiale, della cybersicurezza e delle tecnologie emergenti;

  • Trasferimento tecnologico e valorizzazione delle filiere strategiche nazionali;

  • Sviluppo di un ecosistema competitivo e affidabile.

L’obiettivo è facilitare l’adozione di sistemi di IA in settori chiave dell’economia e della società, sostenendo al tempo stesso la crescita tecnologica del Paese.

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 L’AI Act europeo: il contesto normativo di riferimento

Il Regolamento (UE) 2024/1689 – noto come AI Act – è il primo tentativo dell’Unione Europea di creare una regolamentazione uniforme per lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’uso dei sistemi di Intelligenza Artificiale.
Tra gli obiettivi principali

  • Promuovere un’IA antropocentrica, affidabile e sicura

  • Garantire libera circolazione dei sistemi IA nel mercato interno

  • Prevenire rischi per salute, sicurezza e diritti fondamentali

  • Stabilire obblighi specifici per i sistemi IA ad alto rischio

Il regolamento classifica i sistemi in base al livello di rischio (inaccettabile, alto, limitato, minimo) e definisce responsabilità e requisiti tecnici per fornitori e utilizzatori, come documentazione tecnica, governance e trasparenza algoritmica.

Implicazioni per la digitalizzazione delle imprese

La nuova legge nazionale sull’IA rappresenta un passaggio cruciale anche per il tessuto produttivo italiano, composto in larga parte da PMI e realtà in fase di digitalizzazione.

In particolare, per gli operatori attivi nella gestione sicura dei dati, nella compliance normativa e nella automazione etica dei processi, l’inquadramento giuridico definito dalla legge:

  • fornisce un quadro stabile di regole e responsabilità;

  • rafforza la fiducia nei sistemi di IA certificati;

  • crea le condizioni per sviluppare soluzioni trasparenti e sostenibili;

  • apre opportunità per la formazione, la ricerca e lo sviluppo.

In questo contesto, l’integrazione tra IT e principi ESG, già al centro delle agende europee e del PNRR, trova nella legge IA uno strumento concreto di attuazione.

Tra le applicazioni più diffuse dell’IA nei contesti aziendali emerge l’adozione di assistenti generativi come Microsoft Copilot, integrato nella suite Microsoft 365. Questi strumenti sfruttano l’Intelligenza Artificiale per potenziare la produttività quotidiana, automatizzando attività come la scrittura di documenti, l’analisi dei dati, la generazione di contenuti e la gestione della posta elettronica.

L’approvazione della nuova legge italiana sull’IA sottolinea la necessità, per le imprese, di implementare tali tecnologie nel rispetto dei principi di trasparenza, tracciabilità e responsabilità umana, soprattutto in ambiti con implicazioni decisionali rilevanti.

In particolare, l’utilizzo di soluzioni come Copilot richiede una configurazione attenta dei permessi, della sicurezza dei dati e della governance degli accessi, in piena coerenza con le linee guida normative.

In questo quadro, l’integrazione dell’IA generativa negli strumenti cloud richiede competenze specifiche, per garantirne un uso etico, efficace e conforme, aprendo spazi di riflessione su ruoli, responsabilità e processi di audit nelle infrastrutture digitali delle PMI.

Quando entra in vigore e cosa aspettarsi

La legge italiana entra in vigore con l’approvazione definitiva del Senato e prevede:

  • l’adozione di decreti legislativi attuativi da parte del Governo;

  • l’avvio della Strategia Nazionale per l’IA entro 12 mesi;

  • Il primo monitoraggio annuale al Parlamento già a partire dal 2026.

L’attuazione completa richiederà un’attività di coordinamento tra ministeri, enti locali, autorità regolatorie e imprese.
Sarà cruciale garantire formazione, consapevolezza e supporto operativo, specie per le PMI.

Accordo nazionale tra uomo e IA per prima legge su IA
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